Vince la poesia, al Torino Film Festival numero 41, nel concorso Spazio Italia dedicato ai cortometraggi italiani, diciannove titoli in anteprima che si presentano da subito – come già lo scorso anno, nella prima di queste due edizioni dirette da Steve Della Casa – come estremamente differenti tra loro per formato, durata, genere, provenienza.
Una eterogeneità che, come tutto, presenta vantaggi e svantaggi: accontentare molti “palati”, certo, ma anche non riuscire a dare un’idea facilmente comprensibile del panorama complessivo.
Vince la poesia, si scriveva, quella nello specifico di Patrizia Cavalli a cui Lorenzo Spinelli ha dedicato il suo “Un respiro parziale ma intero”, premiato dalla giuria per il tocco originale e attento con cui viene raccontato l’incontro tra l’autore e la poeta e per il riuso creativo del materiale di repertorio.
Un premio che non sorprende troppo ma è parso un po’ “facile”: Cavalli ha illuminato la seconda metà dell’anno cinematografico, contando anche i due titoli veneziani a lei legati, il documentario “Le mie poesie non salveranno il mondo” di Annalena Benini e Francesco Piccolo, il corto “This Is How a child Becomes a Poet” di Céline Sciamma.
Proseguendo il riepilogo è giusto completare il quadro dei premi con i due riconoscimenti speciali della giuria assegnati ex aequo a “Le Fenne” di Giulia Di Maggio, un “coming of age visionario e simbolico” che ha carattere da fiaba femminista infantile ma sembra un po’ sospeso, e “Even Tide” di Francesco Clerici, lavoro sperimentale composto da vere riprese di animali che “guardano in camera” di obiettivi nascosti nei boschi, concettuale ma poco sviluppato.
Tra i titoli più convincenti del gruppo è parso meritevole (e omaggiato di una menzione speciale) il documentario emozionante ed energico diretto a Palermo da Gabriele Gravagna, “Osas e le donne di Benin City”, sul lavoro straordinario della prima associazione italiana contro lo sfruttamento della prostituzione, fondata e presieduta da Osas Ekbon.
Coraggioso ma soffocato dal peso delle sue intenzioni è apparso “Amateur Couple” di Luca Mastrogiovanni e Ciro Zecca, che iniziano dal tentativo di una coppia (i promettenti Chiara Ferrara e Andrea Fuorto) di girare un video hard in camera da letto e sfociano nel delicato tema della violenza sulle donne, riuscendo nel passaggio solo parzialmente.
Stesso “territorio”, quello della fiction che tange temi delicati spiazzando il pubblico, e nota di merito per “Turisti” dell’esperto Adriano Giotti, con protagonisti alcuni italiani in vacanza in Thailandia… Anche Lorenzo Puntoni in “Rosso“, una fiaba che diventa quasi horror, cambia registro in corso d’opera in un corto che ha la volontà un po’ dichiarata di stupire ma riesce a dire qualcosa che rimane.
Lavori in costume girati con grande professionalità ma senza troppa empatia sono il sardo “Fraria” di Alberto Diana e “L’ultimo asino” di Angelo Urbano, mentre sembrano ancora un po’ troppo acerbi il taglio infantile della favola “Brum Brum” di Donatello Fumarola e Laura Cingolani e di “Niente” di Eugenia Costantini, ma anche l’operazione creata con l’intelligenza artificiale “Miss Polly had a Dolly” di Pietro Lafiandra, Flavio Pizzorno e Andrea Rossini.
“Sono apparso alla Madonna” di Fabio Morgan e “Kore” di Fabiana Russo sono corti duri che arricchiscono la proposta, di cui fanno parte anche due lavori dal respiro internazionale che si segnalano per uno sguardo interessante anche se non del tutto a fuoco, “You Land” di Debora Maité e “Orchard” di Federico Barni. Non mancano poi i documentari, anche se sperimentali, come “Impressio in Urbe – Siracusa” di Giuseppe Spina e Giulia Mazzone, dedicato alla città siciliana.
Ultimi, ma non per merito, due lavori di animazione firmati da grandi nomi della tradizione italiana, (molto) diversamente affermati, dagli stili e dall’efficacia molto dissimili e un po’ “alieni” nel gruppo. Simone Massi ne “Il corpo del mondo” in pochissimi secondi ci porta tra cielo e terra accompagnato dalla voce di Fabrizio Gifuni; Marino Guarnieri in “Due battiti” invece resta nella sua Napoli accanto a una ragazza che prova a farsi strada con i suoi dipinti.
Il Torino Film Festival 42 segnerà un nuovo inedito capitolo della storia del festival: che ruolo avranno i cortometraggi? È presto per saperlo.