I Tormentoni Musicali

Categoria: Soundtrack

Ci sono brani di musica classica e operistica il cui utilizzo cinematografico è stato talmente abusato al punto da diventare autentici tormentoni, adatti ad ogni situazione e occasione. In molti casi questi brani hanno contribuito al successo dei film, in altri sono stati i film a decretare il successo dei brani. Così, riscoperte dal cinema, queste musiche sono entrate nell’ascolto quotidiano, trasmesse ripetutamente alla radio, alla televisione, inserite in spot pubblicitari, eseguite in molti programmi concertistici da interpreti prestigiosi e divenute oggetto di numerose incisioni discografiche. 

E’ il caso di: 

il Concerto per oboe, archi e continuo in Re minore

il Concerto per oboe, archi e continuo in Re minore attribuito a Benedetto Marcello ma in realtà composto dal fratello Alessandro nei primi anni del ‘700.
In particolare, si tratta dell’Adagio, il secondo dei tre movimenti del concerto utilizzato in Anonimo Veneziano (1970), film di esordio alla regia di Enrico Maria Salerno. Il concerto, erroneamente indicato nel film come Concerto in Do minore, è assurto alla celebrità soprattutto grazie, o per colpa, di questa pellicola, con tutto ciò che ne è poi conseguito.
Negli anni ’70 veniva utilizzato nei modi più disparati, inserito anche come disco omaggio in alcune confezioni di panettoni natalizi, trasmesso costantemente su tutte le emittenti, a tutte le ore e in ogni occasione. Pur con la sua struggente bellezza è stato un vero tormentone.
Nel cinema lo abbiamo ascoltato anche in:
Fragole e Sangue (1970) di Stuart Hagmann;
L’olio di Lorenzo (1992) di George Miller;
Il socio (1993) di Sydney Pollack;
Pocahontas – La leggenda (1995) di Danièle J. Suissa;
La casa della gioia (2000) di Terence Davies;Lady Jane (2008) di Robert Guédiguian;
Le Cœur en braille (2016) di Michel Boujenah nella versione trascritta per violoncello da J.S.Bach. 

L’Adagio in sol minore di Albinoni

L’Adagio in sol minore di Albinoni, è una composizione che in un modo o in un altro abbiamo ascoltato tutti. La storia di questa opera è piuttosto avventurosa. Gran parte della musica autografa di Tomaso Albinoni (1671–1751), conservata presso la Sächsische Landesbibliothek di Dresda, venne completamente distrutta dai bombardamenti subiti dalla città nel corso della seconda guerra mondiale.
Qualche tempo dopo questi eventi il musicologo italiano Remo Giazotto, studioso e catalogatore delle opere di Albinoni, affermò che dalle rovine della Biblioteca di Dresda erano stati recuperati alcuni frammenti inediti del musicista veneziano, probabilmente facenti parte di una Sonata o un Concerto. Frammenti che gli avrebbero permesso di ricostruire il movimento, che pubblicò nel 1958 come opera di Albinoni, con il titolo di Adagio in sol minore.
Solo dopo la morte di Giazotto (1998) e la caduta del muro di Berlino si è scoperto che non fu mai registrato alcun ritrovamento musicale proveniente dalle rovine della Biblioteca di Dresda e che la composizione attribuita ad Albinoni era un’opera costruita secondo le regole ed il gusto barocchi dallo stesso Giazotto. Un’opera che, nonostante sia considerata uno dei più clamorosi falsi della storia della cultura italiana, è comunque diventata un successo universale che abbiamo ascoltato dentro e fuori dai cinema, nelle serie televisive, nella pubblicità, reinterpretato in tutti i modi nel rock ed eseguita anche in occasione di eventi ufficiali quali i funerali di Enrico Berlinguer e di Margaret Thatcher.
Nei film lo ricordiamo tra gli altri ne:
L’anno scorso a Marienbad (1961) di Alain Resnais;
Il processo (1962) di Orson Welles, anche in versione jazz;
La rabbia (1963) di Pier Paolo Pasolini;L’enigma di Kaspar Hauser (1974) di Werner Herzog;
Rollerball (1975) di Norman Jewison;
Gli Anni Spezzati (1981) di Peter Weir; Flashdance (1983) di Adrian Lyne;
Campo Thiaroye (1988) di Ousmane Sembene premiato al Festival di Venezia;
Il fantasma dell’Opera (1989) di Dwight H. Little;The Doors (1991) di Oliver Stone;
Benvenuti a Sarajevo (1997) di Michael Winterbottom;
Ring 0: The Birthday (2000) un horror giapponese di Norio Tsuruta;Casanova (2005) di Lasse Hallström;
Manchester by the Sea (2016) di Kenneth Lonergan;
Tutti in piedi (2018) di Franck Dubosc. 

Il Canone di Pachelbel

Il Canone di Pachelbel è un brano composto da Johann Pachelbel (o a lui attribuito) intorno al 1680. A partire dagli anni settanta del ‘900 è diventato una melodia universalmente conosciuta grazie a Werner Herzog, il primo ad utilizzarlo, in L’enigma di Kaspar Hauser (1974). E’ stato poi eseguito in concerti, inserito in incisioni discografiche, oggetto di numerosi rimaneggiamenti e adattamenti musicali in chiave pop, rock e ampiamente utilizzato nelle colonne sonore di altri film:
Gente comune (1980) di Robert Redford;
Volver a empezar (1982) di José Luis Garci, vincitore dell’Oscar al miglior film straniero;
Dossier confidenziale (1985) di David Drury;
L’isola di Pascali (1988) di James Dearden;
L’ultima battuta (1988) di David Seltzer;
Equinox (1992) di Alan Rudolph;
Un pezzo da 20 (1993) di Keva Rosenfeld;
Se scappi, ti sposo (1999) di Garry Marshal;
La cosa più dolce (2002) di Roger Kumble;
30 anni in 1 secondo (2004) di Gary Winick;
lo ritroviamo poi in Ricatto d’amore (2009) di Anne Fletcher;
The Lady – l’amore per la libertà (2011) di Luc Besson sulla vita del premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi;
The Loft (2014) di Erik Van Looy, secondo remake del film dello stesso autore;
Sils Maria (2014) di Olivier Assayas;
Knight of Cups (2015) di Terrence Malick, film in otto capitoli ognuno dei quali prende il nome di una carta dei tarocchi, come il titolo riferito al cavaliere di coppe;
Dove eravamo rimasti (2016) di Jonathan Demme;
After (2019) di Jenny Gage;
Amore, matrimoni e altri disastri (2020) di Dennis Dugan;
La mappa delle piccole cose perfette (2021) di Ian Samuels. 

Le Gymnopédies

Le Gymnopédies sono tre brani per pianoforte composti da Erik Satie nel 1888.
Si ispirano al romanzo Salammbô (1862) di Gustave Flaubert e all’antica celebrazione spartana delle Gimnopedie, durante le quali avevano luogo danze, canti ed esercizi ginnici di adolescenti nudi. La Gymnopedie n.1, caratterizzata da un tempo Lent et douleureux, come indicato in partitura, è sicuramente la più nota e la più utilizzata nei film, soprattutto dalla seconda metà degli anni ’70. La troviamo in:
Il cortile del diavolo (1976) di Fred Schepisi;
Elisa, vita mia (1977) di Carlos Saura;
La mia cena con André (1981) di Louis Malle;Kung-Fu Master! (1988) di Agnès Varda;
Un’altra donna (1988) di Woody Allen;
Una moglie per papà (1994) di Jessie Nelson;
Tre amici, un matrimonio e un funerale (1996) di Matt Reeves;
Kimberly (1999) di Frederic Golchan;
Le verità nascoste (2000) di Robert Zemeckis;
I Tenenbaum (2001) di Wes Anderson;
La samaritana (2004) di Kim Ki-duk;
Windstruck – Ti presento la mia ragazza (2004) di Kwak Jae-yong;
2:37 (2006) di Murali K. Thalluri;
Mr. Nobody (2009) di Jaco Van Dormael;
La scomparsa di Haruhi Suzumiya (2010) un’animazione di Tatsuya Ishihara e Yasuhiro Takemoto;
Mississippi Grind (2015) di Ryan Fleck e Anna Boden;
King Cobra (2016) di Justin Kelly;
Parigi a piedi nudi (2016) di Dominique Abel e Fiona Gordon;
The Oath – Il giuramento (2016) di Baltasar Kormákur;Climax (2018) di Gaspar Noé;
Grazie a Dio (2019) di François Ozon;
Le sorelle Macaluso (2020) di Emma Dante. 

Clair de Lune

Clair de Lune (1890) di Claude Debussy, è una composizione per pianoforte appartenente alla Suite Bergamasque. Il titolo fa riferimento all’omonima poesia di Paul Verlaine, tratta dalla raccolta Fêtes galantes (1869).
È una melodia molto conosciuta utilizzata in molti film tra i quali:
Il gigante (1956) di George Stevens;
James Bond 007 – Casino Royale (1967) di Val Guest; Ken Hughes;
John Huston;
E la nave va (1983) di Federico Fellini;
Uomini veri (1983) di Philip Kaufman;
Paura d’amare (1991) di Garry Marshall;
The Game – Nessuna regola (1997) di David Fincher;
Sette anni in Tibet (1997) di Jean-Jacques Annaud;
Canone inverso – Making Love (2000) di Ricky Tognazzi nella versione per orchestra;
Ocean’s Eleven – Fate il vostro gioco (2001) di Steven Soderbergh;
Espiazione (2007) di Joe Wright;
Il treno per il Darjeeling (2007) di Wes Anderson;
Twilight (2008) di Catherine Hardwicke;
Tokyo Sonata (2008) di Kiyoshi Kurosawa;
Vento di primavera (2010) di Roselyne Bosch;
L’alba del pianeta delle scimmie (2011) di Rupert Wyatt;
Alice e il sindaco (2019) di Nicolas Pariser;
La conseguenza (2019) di James Kent;
I due Papi (2019) di Fernando Meirelles.

L’Intermezzo dall’opera Cavalleria Rusticana

L’Intermezzo dall’opera Cavalleria Rusticana (1890) di Pietro Mascagni è stato utilizzato:
nei titoli di testa di Toro scatenato (1980) di Martin Scorsese;
nel finale de Il padrino – Parte III (1990) di Francis Ford Coppola;
come tema conduttore de Il cavaliere di Lagardère (1997) di Philippe de Broca;
in Sogno di una notte di mezza estate (1999) di Michael Hoffman;
in Watchmen (2009) di Zack Snyder;
e in La prima cosa bella (2010) di Paolo Virzì;
oltre ad essere utilizzato anche in vari serial televisivi e pubblicità

Musiche in scene svolte a teatro o in saloni

In numerosi film compaiono alcune scene che si svolgono a teatro o in saloni nel corso di feste. Ma cosa stanno ascoltando i protagonisti non viene detto e non sempre è riportato nei titoli di coda, oppure non si fa in tempo a vederli scorrere. Eccone alcuni.

A teatro, in La vita è bella (1997) di Roberto Benigni, Guido Orefice (Roberto Benigni) ascolta il duetto la Barcarolle tratta da Les contes d’Hoffmann (1851) di Jacques Offenbach. Più attratto da Dora (Nicoletta Braschi) che dall’opera, riuscirà a farlo riascoltare a lei anche in campo di concentramento attraverso un giradischi. 

Sempre a teatro in Stregata dalla luna (1988) di Norman Jewison, Loretta (Cher), in compagnia di Ronny (Nicholas Cage) piange alla morte di Mimì ne La Bohème (1896) di Giacomo Puccini;  

Anche Vivian (Julia Roberts) a teatro con Edward (Richard Gere) si commuove, ma sull’aria Amami Alfredo da La Traviata (1853) di Giuseppe Verdi in Pretty Woman (1990) di Garry Marshall. 

Si commuove anche Al Capone (Robert De Niro) ne Gli Intoccabili (1987) di Brian De Palma, all’ascolto in teatro dell’aria Vesti la giubba dall’opera Pagliacci (1892) di Ruggero Leoncavallo, mentre i suoi sicari uccidono Jimmy Malone (Sean Connery), uno dei detective che indagano sui suoi affari illeciti. 

Senso (1954) di Luchino Visconti inizia al Teatro La Fenice di Venezia in cui si rappresenta l’opera Il Trovatore (1853) di Giuseppe Verdi e, immediatamente dopo l’esecuzione dell’aria Di quella pira, i sostenitori della riunificazione del Veneto all’Italia lanciano dei volantini antiaustriaci in sala.

Anche L’età dell’innocenza di Martin Scorsese (1993) inizia a teatro, durante una rappresentazione di Faust (1859) di Charles Gounod, in cui ascoltiamo il duetto di Faust e Marguerite. 

Mentre i fratelli Marx distruggono il teatro in Una notte all’opera (1935) di Sam Wood, ascoltiamo: Di quella pira; Miserere; Chi del gitano; Stride la vampa dall’opera Il Trovatore (1853) di Giuseppe Verdi. 

Ne Il Concerto (2009) di Radu Mihaileanu l’ex direttore dell’orchestra del Teatro Bolshoi di Mosca, riesce finalmente a portare a termine l’esecuzione del Concerto per violino e orchestra in Re Maggiore Op.35 di Pyotr Ilyich Tchaikovsky. 30 anni prima, mentre lo stava dirigendo, venne prelevato e cacciato dal teatro dal regime sovietico per non avere allontanato i musicisti ebrei che facevano parte dell’orchestra. Riesce così a rendere onore all’amica Lea, violinista ebrea deportata e deceduta in Siberia, che rivive nel talento della figlia, anch’essa violinista, che con lui lo sta eseguendo. 

Nei salotti parigini pre-rivoluzione la Marchesa de Merteuil (Glenn Close), il Visconte di Valmont (John Malkovich) e Madame de Tourvel (Michelle Pfeiffer), distratti da ben altri interessi, ascoltano l’aria Ombra mai fu dall’opera Serse (1738) di Georg Friedrich Händel ne Le relazioni pericolose (1988) di Stephen Frears. 

In Philadelphia (1993) di Jonathan Demme, Andrew Beckett (Tom Hanks) ascolta Maria Callas che canta La mamma morta, un’aria tratta dall’opera Andrea Chénier (1896) di Umberto Giordano e ne traduce il testo al suo esterrefatto avvocato difensore Joe Miller (Denzel Washington). 

In Attrazione Fatale (1987) di Adrian Lyne, Alex Forrest (Glenn Close), ascolta Madama Butterfly (1904) di Giacomo Puccini mentre ordisce le sue trame. 

La Rhapsody in Blue e altri brani di George Gershwin ci mostrano Manhattan (1979) di Woody Allen. 

In Hanna e le sue sorelle (1986), sempre di Woody Allen, invece David (Sam Waterston) porta Holly (Dianne Wiest) e April (Carrie Fisher) in giro per New York mostrando loro l’architettura dei suoi edifici preferiti, accompagnato dall’Overture dell’opera Madama Butterfly (1904) di Giacomo Puccini.  

In Camera con vista (1985) di James Ivory Firenze appare alla vista di Lucy (Helena Bonham Carter) sulle arie O mio babbino caro dall’opera Gianni Schicchi (1918) e Chi il bel sogno di Doretta dall’opera La rondine (1917), entrambe di Giacomo Puccini.  

In Mare dentro (2004) di Alejandro Amenábar, Ramón (Javier Bardem), immobilizzato a causa di un incidente che lo ha reso tetraplegico, immagina di volare oltre la finestra di casa fino al mare, incontro alla donna amata, accompagnato dall’aria Nessun dorma dall’opera Turandot (1926) di Giacomo Puccini. 

In Trainspotting (1996) di Danny Boyle si ascolta L’amour est un oiseau rebelle la famosissima Habanera dall’opera Carmen (1875) di George Bizet, che accompagna le malefatte di Mark (Ewan McGregor). 

In Breve incontro (1945) di David Lean la breve relazione di Celia Johnson (Laura Jesson) con il Dr. Alec Harveyè (Trevor Howard) è accompagnata dal Concerto n.2 per pianoforte e orchestra in Do minore, Op.18 di Sergei Rachmaninov. 

Sempre di Rachmaninov in Shine (1996) di Scott Hicks il giovane David (Geoffrey Rush) vince un concorso pianistico eseguendo il Concerto n.3 per pianoforte e orchestra in Re minore op.30, finendo per diventare pazzo e ricoverato per molti anni in una clinica psichiatrica. Grazie a questo film il concerto è diventato un autentico tormentone, quasi mitizzato, tanto da essere rinominato da tutti Rach 3. 

Ne Il pianista (2002) di Roman Polanski, il pianista polacco (di origine ebrea) Władysław Szpilman (Adrien Brody) suona la Ballata no. 1 in sol minore Op. 23 di Frédéric Chopin per l’ufficiale della Wehrmacht, che lo ha scoperto nelle rovine del palazzo di Varsavia in cui si nascondeva per sfuggire alla deportazione. In realtà, come riportato nel romanzo autobiografico dello stesso Szpilman, egli in quel frangente suonò il Notturno in do diesis minore di Chopin

Ne I giorni del cielo (1978) di Terrence Malick, i titoli di testa scorrono col commento musicale di Acquario, da Le carnaval des animaux (Il carnevale degli animali) una composizione per due pianoforti e orchestra di Camille Saint-Saëns composta da 14 brani, tutti molto brevi, ognuno dei quali è riferito ad un animale.

In C’era una volta in America (1984) di Sergio Leone la scena dello scambio delle culle è accompagnata dalla Sinfonia dell’opera La gazza ladra (1817) di Gioachino Rossini. 

Ne Il grande dittatore (1940) di Charlie Chaplin quest’ultimo, dapprima nei panni di un barbiere ebreo, sbarba il malcapitato di turno sulle note della Danza ungherese n.5 di Johannes Brahms, in seguito, nei panni del dittatore Adenoid Hynkel, amoreggia col mappamondo sull’Overture dell’opera Lohengrin (1848) di Richard Wagner

Si potrebbe andare avanti ancora per pagine e pagine, ma chiudo con Bella figlia dell’amore, il quartetto del terzo atto dell’opera Rigoletto (1851) di Giuseppe Verdi, cantato nell’opera dal Duca di Mantova, da Maddalena, da Gilda e da Rigoletto e strapazzato in macchina, nelle loro zingarate, dal quartetto del conte Mascetti (Ugo Tognazzi), del Melandri (Gasone Moschin), del Perozzi (Philippe Noiret) e del Necchi (Duilio Del Prete / Renzo Montagnani ) in Amici miei (1975) di Mario Monicelli.  

Mi pare una degna conclusione di questa zingarata tra le colonne sonore cinematografiche di musica classica.

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